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Riflessioni sul 4 novembre

Riceviamo e pubblichiamo un contributo del sindaco Domenico Nisi in occasione della cerimonia del 4 novembre, Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate.

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4 NOVEMBRE 2021

“Siamo esseri storici prima che osservatori della storia. E soltanto perché siamo quelli diventiamo questi. Colui che indaga la storia è il medesimo che la fa”. Wilhelm Dilthey

Nel corso di una Celebrazione, come quella vissuta questa mattina, noi tutti ci poniamo da “osservatori della storia”. Perché la storia ci insegni, ci detti messaggi utili al nostro presente. Ma il filosofo avverte noi, osservatori della storia, di due importanti condizioni.

La prima è questa: la storia che celebriamo potrà davvero insegnarci qualcosa se avremo imparato ad essere nel presente “esseri storici”, ovvero artefici della storia, persone capaci di stare nel proprio tempo, con mani e piedi nella storia attraverso la quale scorre la nostra vita. Questo non è facile. Spesso ci si crede artefici della storia perché si protesta, si denigra, si fa rumore. Non è chi fa rumore l’artefice della storia, ma chi è consapevole che il posto che occupa nella storia che accade nel presente non ha peso oggi ma avrà peso domani.

Spesso con il rumore si riempie il presente e, altrettanto spesso, è nel silenzio che si contribuisce al domani.

E questa è la seconda condizione che il filosofo pone a chi pretenda di osservare la storia, di celebrarne degnamente i momenti e gli autori: è necessario essere autorizzati, cioè bisogna averne l’autorità. Tutti possiamo avere l’autorità di celebrare la storia se tutti con l’impegno nel presente, con le nostre scelte quotidiane stiamo pagando il nostro tributo al mondo che ancora non c’è.

Sarebbe ipocrita, altrimenti, stare qui a Celebrare solennemente chi ha perso a vita in un passaggio della storia che si chiama “guerra”, anche nostri concittadini, come abbiamo ricordato nella celebrazione del 4 novembre di qualche anno fa. Sarebbe ipocrita essere qui, oggi, a rendere omaggio alle vite che sono mancate a questo secolo (come ricordavano i ragazzi) se non fossimo disposti a camminare consapevolmente nella storia che deve portarci lontani dalla guerra, che deve portare il mondo lontano dalla guerra. Sarebbe ipocrita essere qui se non ricordassimo che la guerra nel mondo c’è ancora.

Queste riflessioni sono il mio augurio per tutti affinché quel che viviamo oggi abbia peso e valore in futuro.

Viva le Forze Armate

Viva la Repubblica Italiana

 

IL SINDACO

Domenico Nisi

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